Il ruolo dell’agopuntura nel dolore cronico

Il dolore cronico rappresenta una delle sfide più complesse nella medicina moderna: colpisce milioni di persone e impatta profondamente la vita sociale, lavorativa e psicologica. L’agopuntura si è affermata negli ultimi decenni come una delle strategie complementari più studiate per la gestione di questa condizione. I meccanismi alla base della sua efficacia nel dolore cronico sono molteplici e coinvolgono sia il sistema nervoso centrale che quello periferico.

Studi preclinici, come illustrato nell’articolo “Acupuncture-Stimulated Activation of Sensory Neurons”, mostrano che la stimolazione su punti specifici — ad esempio il Zusanli (ST36) — induce la produzione di proteine come GAP-43 nei neuroni sensoriali del ganglio della radice dorsale (DRG), segno di plasticità e “riparazione” neuronale. Inoltre, l’attivazione di vie di segnalazione cellulare come la fosforilazione di Erk1/2 e l’induzione della proteina c-Fos nelle aree cerebrali coinvolte nella modulazione del dolore suggeriscono che l’agopuntura produce una risposta neurobiologica oggettiva e misurabile.

Dal punto di vista clinico, le meta-analisi descritte in “Acupuncture for Pain” documentano che l’agopuntura offre un beneficio clinico statisticamente e clinicamente significativo nel dolore cronico alla schiena, nel dolore da osteoartrosi e nelle cefalee croniche. Il vantaggio tende ad aumentare con un maggior numero di sedute e con l’utilizzo di tecniche come l’elettroagopuntura. Non meno importante è la capacità dell’agopuntura di ridurre la frequenza di assunzione di antidolorifici, contribuendo così a limitare il rischio di effetti collaterali e dipendenza dai farmaci.

In conclusione, oggi l’agopuntura è riconosciuta come opzione di trattamento per molti pazienti con dolore cronico, soprattutto quando le terapie convenzionali risultano inefficaci o mal tollerate. La sua efficacia dipende da molteplici fattori: l’accurata selezione dei punti, la tecnica utilizzata, la frequenza delle applicazioni e la relazione di fiducia tra paziente e terapista. Grazie a questi elementi, rappresenta una risorsa preziosa nella gestione integrata e personalizzata del dolore cronico.

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